Mobilità Europea

Terza Newsletter VIP

Carissimi,
il nostro Progetto Europeo VIP – Violence Important Problem è giunto alla sua conclusione.

Prima di archiviarlo come un’esperienza che ci ha arricchito tantissimo sotto il profilo professionale e umano, condividiamo con voi la terza Newsletter di progetto.


Qui trovate le edizioni precedenti:

Newsletter 1 – Giugno 2018
Newsletter 2 – Dicembre 2018

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Sbatti ERASMUS+ in prima pagina

C’è una notizia che, questo mese, è rimbalzata parecchio sulla stampa e di conseguenza online: ovvero che l’80% dei giovani che partecipano al Programma ERASMUS+ trova lavoro prima.
Lo hanno pubblicato su Il Sole 24 Ore, e inevitabilmente un cospicuo numero di siti e testate giornalistiche gli è andato dietro, attingendo a piene mani al titolo e all’articolo.
Noi il Report della Commissione Europea però ce lo siamo letto (non lo linka nessuno, lo facciamo noi, è qui): la differenza nel trovare lavoro tra chi ha partecipato alla mobilità ERASMUS e chi no è stimata al 4%.

Erasmus+ Higher Education Impact Study, p. 182.

I Laureati che hanno frequentato ERASMUS+ hanno trovato il loro primo lavoro più velocemente (il 79% entro tre mesi dalla Laurea, contro il 75% dei non partecipanti alla mobilità).

Chiaro?

Cosa hanno letto al Sole 24 Ore?

Probabilmente solo l’Executive Summary.
A pagina 2 leggiamo:

Erasmus+ Higher Education Impact Study, p. 2

Questo 80% non se lo sono inventato. L’hanno solo preso come dato grezzo, senza andare a verificare i dati controfattuali, né almeno andare a leggere le conclusioni del report. Male, molto male.
Non è, non può essere un semplice errore.
Significa non saperne nulla di Programmi Europei. Parliamoci chiaro: un Programma che aumenta le chance di lavorare dei ragazzi dell’80%, e a costo zero per lo Stato, in Italia, per non parlare di Paesi messi ancora peggio come Cipro, la Grecia o la Turchia, sarebbe già obbligatorio.
A noi il titolone è saltato immediatamente all’occhio… siamo stati gli unici?

Probabilmente, abbagliati dalla comodità del “riassuntino”, molti non sono andati a leggersi bene il Report. Ed è un peccato, perché c’è scritto nero su bianco che i risultati statisticamente migliori ERASMUS+ li ha ottenuti in altre aree: la percezione di essere cittadini Europei, l’autostima dei partecipanti, la sensibilità ai diritti umani, la capacità di vivere e lavorare in ambiente multiculturale.

Insomma, il Programma ha riportato i risultati migliori proprio sugli obiettivi per cui è stato pensato. Chi l’avrebbe mai detto.

Professoroni di sinistra

A questo punto vi sarà chiaro che siamo anche noi, pur in mancanza di titoli accademici, dei Professoroni di sinistra, e che pretendiamo di correggere Il Sole 24 Ore.
Pure quando scrive positivamente di ERASMUS+, il Programma Europeo più bello che c’è.
Purtroppo è un male necessario: perché la disinformazione è una piaga SEMPRE e non è mai innocente. Neanche quando va apparentemente a favore di qualcosa che ci piace.


Di questi articoli, spesso fatti a bella posta per polarizzare il discorso tra pro-Europei e antieuropeisti (non possiamo dire se sia questo il caso, ma il sospetto c’è) non ne possiamo più.

Impariamo per favore a dare le notizie con equilibrio o, se non ne siamo capaci, quantomeno a leggere i dati.

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EUROPEAN SOLIDARITY CORPS: 5 motivi per partecipare (dal punto di vista di un’ex volontaria)

di Adriana di Conca

EVS, SVE, ESC, CES? Le sigle sono molte, vediamo di fare un po’ di chiarezza: a partire dal 2018, l’European Voluntary Service (EVS) o Servizio Volontario Europeo (SVE) è stato sostituito dagli European Solidarity Corps (ESC), Corpo Europeo di Solidarietà (CES) in italiano. Le differenze non sono solo nel nome, quella degli ESC è un’iniziativa europea più larga, finanziata da diversi programmi e volta a promuovere sia progetti di volontariato che di mobilità professionale (esperienze di lavoro, tirocinio o apprendistato). Per quanto riguarda i primi, che sono il tema di questo articolo, i cambiamenti per il volontario mi sembrano riassumibili nei seguenti:

  • Oltre ad andare all’estero è possibile effettuare l’attività di volontariato anche nel proprio Paese
  • Si può fare domanda già a 17 anni, ma si devono aspettare i 18 per partire
  • La formazione e l’apprendimento, pilastri del precedente SVE, vengono un po’ meno, in favore di un’esperienza di tipo più umanitario.

Occorrerà vedere poi nella pratica quanto le organizzazioni ospitanti si scosteranno da ciò fatto in precedenza. In ogni caso non sono qui per spiegare in cosa consistono gli ESC (le informazioni in rete non mancano e in fondo all’articolo fornirò alcuni link), ma per convincerti a seguire il mio esempio e vivere un’esperienza del genere, conscia che il mio punto di vista da ex volontaria ha una sua importanza, complementare al ruolo delle associazioni.

Prima di partire per la Croazia chiesi all’organizzazione ospitante se potevano darmi il numero di un volontario che era già lì: com’è naturale, volevo parlare con chi viveva la situazione in cui mi sarei andata a infilare.



Pertanto, ecco 5 motivi per fare lo SVE da chi ci è passata

(per abitudine e perché sto scrivendo in italiano, continuerò a chiamarlo SVE)

1. Perché è pagato e non lo devi pagare tu Molto spesso un’esperienza di volontariato all’estero è vista come un lusso. Vuoi andare in Africa, immergerti in un’altra cultura, aiutare? Bene, paga per farlo. Nei casi migliori ti viene offerto vitto e alloggio, ma devi provvedere al trasferimento, con voli che possono essere fuori portata. Ci sono anche moltissime organizzazioni che ti permettono di fare volontariato in ogni parte del mondo, offrendoti un pacchetto che però ha un costo che non tutti possono permettersi. Dipende da come la si pensa: in fondo sto investendo su me stesso, sulla mia crescita; oppure non lo accetto, perché mi sto mettendo a servizio, perché già pago un costo opportunità (potrei fare altro, lavorare e avere uno stipendio), la questione è complessa e se ne può discutere in altre sedi. Qui mi limito a dire che l’Unione Europea sceglie di investire su di te e offrirti una grande opportunità, finanziandoti viaggio, vitto e alloggio e dandoti un pocket money mensile che ti permette nella maggioranza dei casi di coprire tutte le altre spese; chiaramente non stiamo parlando di un vero stipendio, ma la cifra è regolata sul costo della vita del Paese e nulla vieta alle associazioni ospitanti di versare risorse aggiuntive (raro, ma è quello che è accaduto ad alcuni volontari in Svezia, per esempio). Personalmente, non ho mai dovuto attingere a soldi miei e non ho sacrificato svaghi e gite fuori porta.

Si dirà: eh ma anche il Servizio Civile all’Estero ti copre tutte le spese. Vero, è una bellissima opportunità offerta dal Governo italiano che inoltre ti permette di andare Worldwide, ma il bando è una volta l’anno, mentre ci sono tantissime offerte SVE in ogni momento e non hai limiti in termini di application: puoi fare domanda per il numero di progetti che vuoi. Inoltre, puoi partecipare al Servizio Civile fino ai 28 anni, mentre per lo SVE fino a 30. In ogni caso, una esperienza non esclude l’altra: una mia “collega” conosciuta in Croazia ha deciso che non ne aveva abbastanza e ora è in Sierra Leone! Anzi, lo SVE è un’ottima preparazione a un contesto più difficile.


2. Perché è diverso dal trovare un lavoro all’estero Quella del volontario SVE è una vita totalizzante. Il programma è pensato per farti immergere nella cultura di un Paese e permetterti di conoscere una realtà diversa: l’organizzazione ospitante si prende cura di te a tutto tondo, svolgi le tue attività insieme ai locali e ad altri ragazzi europei, tutti i volontari vivono insieme e c’è una figura di mentor, obbligatoriamente non appartenente all’associazione, che è lì per aiutarti anche in situazioni personali fuori dal contesto, passatemi il termine anche se non è corretto, “lavorativo”. Inoltre, ci sono due Training (uno iniziale e uno di mid-term per chi rimane più di 6 mesi) curati dalle singole Agenzie Nazionali, dove hai l’opportunità di incontrare gli altri volontari presenti nel Paese, una grande occasione per fare rete (e viaggiare con la scusa di andarli a trovare). Certo, per non rimanere imprigionato nella bolla expat devi metterci del tuo, bisogna aprirsi al mondo! È diverso se sei in città o in un centro piccolo: la prima è più dispersiva, ma hai più opportunità; nel secondo caso sei facilitato a diventare una figura “familiare” per i locali, ma ci sono meno svaghi. Io, per esempio, mi sono iscritta a un corso di Kickboxing: fare pratica in croato è stato molto divertente! Poi ci sono gruppi, pagine ed eventi sui social, le app (pensate a Blablacar! Ti sposti risparmiando e fai conversazione).


3. Perché diventi flessibile e impari ad abbracciare la diversity Flessibilità, la parola più abusata nei curricula! È meglio autocertificarsi una soft skill o riportare un’esperienza in un programma del genere? Durante il mio SVE ho convissuto con persone di carattere, cultura, religione, orientamento sessuale e tradizioni culinarie diverse; può far sorridere, ma imparare a non lasciare briciole e contaminare cibi condivisi per la cura di chi ha particolari esigenze alimentari è un esercizio di empatia non indifferente! Anche nelle attività quotidiane si è calati in una cultura organizzativa che può essere più o meno lontana dalla nostra: il confronto è sempre presente nella vita di un volontario.


4. Perché non saranno tutte rose e fiori Non dobbiamo mai dimenticare che anche i nostri responsabili sono esseri umani: un turnover continuo di volontari può essere stancante, ogni anno salutare persone che hanno condiviso un pezzo di strada con te, riaccogliere un nuovo gruppo e ricominciare tutto daccapo, la formazione, l’engagement… Senza contare che nella vita di un’organizzazione non sempre si naviga col vento in poppa, possono esserci periodi pieni di collaborazioni ed eventi e altri di fiacca. Inoltre, non tutti i gruppi di volontari sono uguali, cambiano i livelli di motivazione e i modi di reagire; alcuni si amalgamano alla perfezione, in altri non manca lo scontro. È la vita!

 I miei consigli

Comunicare: parlarsi è fondamentale. Dire apertamente se c’è qualcosa che non va, se non si è d’accordo su qualcosa, se si hanno dei dubbi o difficoltà. Il Mentor è di grande aiuto in questo, può consigliarti modi e tempi di confronto, sia con gli altri volontari che con l’associazione.

Essere proattivi: i volontari sono una risorsa, portano con sé approcci, metodi e idee a beneficio della mission generale. Se hai una passione, falla presente e mettila a servizio; se vuoi imparare qualcosa, chiedi e verrai aiutato. Non sei andato in un altro Paese solo per fare quello che ti si dice di fare, tu sei linfa vitale per la tua organizzazione: gli altri si aspettano delle tue proposte.

D’altronde non si è né i primi né gli ultimi a fare un’esperienza del genere: associazioni di invio, di arrivo, l’Agenzia Nazionale, i trainer sono tutti preparati a fornirti gli strumenti per vivere al meglio il tuo SVE. È vero, non sempre la pratica è attinente alla teoria, ma potrai trovare difficoltà in tutti i momenti della tua vita e carriera, che fai, rinunci?


5. Perché Cresci Hai mollato gli ormeggi per andare da solo in un posto nuovo, ti sei ambientato, hai espresso i tuoi bisogni in altre lingue e ti sei aperto all’incontro di persone e culture: come puoi solo pensare di essere la persona che eri prima? Lo SVE accelera il processo di crescita personale e anche professionale, tanto che la Commissione Europea ti fornisce un certificato, lo Youth Pass, che attesta le competenze che hai acquisito. Poi sta a te fare buon uso della tua esperienza e del paio di occhiali che ti ha dato per osservare il mondo. Molto probabilmente ti scoprirai innamorato di un nuovo Paese, oltre al tuo. Magari ti ritroverai a valutare strade che non avresti pensato di percorrere prima. Di sicuro tornerai con più consapevolezza di te stesso, che è privilegio dei coraggiosi.


Dunque che fai, parti?

Alcuni link utili:

Il sito ufficiale degli European Solidarity Corps https://escorps.eu/en/home-candidate-section/

Il sito italiano che raccoglie la maggior parte dei progetti https://serviziovolontarioeuropeo.it/

La pagina Facebook https://www.facebook.com/serviziovolontarioeuropeo.it/

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Volunteering as a tool to Inclusive Growth

Quando

16-26 Luglio 2019

Cosa

Alla fine del progetto, i partecipanti avranno acquisito le seguenti conoscenze, abilità e abilità:
Comunicazione in lingua in Inglese e in altre lingue;
Conoscenze in ambito IT, utilizzando la videocamera e la macchina fotografica.
Educazione non formale;
Consapevolezza dei problemi sociali di ciascun Paese Europeo coinvolto;
Creatività e imprenditorialità: per superare le barriere della timidezza e raggiungere lo sviluppo personale di ogni partecipante, i ragazzi raggiungeranno e svilupperanno capacità di leadership esprimendo le loro opinioni in un tentare di creare soluzioni per migliorare le capacità e i comportamenti attivi;
Educazione interculturale.

Dove

Lacu Rosu (Romania), presso Penziunea Teo.

Chi

Ragazzi e ragazze tra i 18 e i 25 anni, con voglia di mettersi in gioco, conoscersi meglio e con la passione per il volontariato.

Il Group Leader dello Scambio sarà il nostro Alceste Aubert.

Gli altri ragazzi partecipanti allo scambio saranno provenienti da ROMANIA, BELGIO, CROAZIA, MAROCCO e UCRAINA.

Regole d’ingaggio

Vitto e alloggio saranno offerti dall’Associazione ospitante.
Per il trasporto, da progetto saranno rimborsati fino a 275€ a partecipante.

Infopack

VUOI PARTIRE CON NOI?

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EUTOPIA e i ragazzi dell’Alberghiero di San Benedetto per “SEARCH FOR A HOME”

Sono partite oggi le attività del nostro Progetto Europeo “SEARCH FOR A HOME”, finanziato dall’Unione Europea tramite il Programma ERASMUS+, che vedrà coinvolti nove ragazzi dell’Istituto Alberghiero di San Benedetto del Tronto. Referente del Progetto per EUTOPIA sarà il Dott. Alceste Aubert, mentre per l’Alberghiero sarà la Prof.ssa Giancarla Perotti.
Il progetto, della durata di 24 mesi, prevede l’attivazione di un gruppo internazionale di giovani di tre diversi Paesi (Italia, Belgio e Marocco), con l’obiettivo di ideare, scrivere e filmare un cortometraggio sulla vita di migranti e rifugiati. Le attività del progetto si svolgeranno in parte a San Benedetto, con l’attivazione del gruppo di lavoro formato dai ragazzi dell’IPSSEOA “Buscemi” e la facilitazione da parte degli educatori di EUTOPIA, in parte online, dove i ragazzi dei tre Paesi s’incontreranno e discuteranno le proprie esperienze, e in parte in Belgio, durante scambi orientati a indirizzare lo sforzo creativo, e monitorare l’avanzamento dei lavori.
Il documentario parlerà di storie di vita reali dei migranti, con l’obiettivo di costruire un ponte tra i nuovi arrivati e gli altri giovani, due mondi che spesso si incrociano, ma non si integrano realmente a causa di molte barriere: linguistiche, sociali, culturali.
Il documentario avrà anche l’obiettivo di sensibilizzare il pubblico, affrontare il razzismo, la xenofobia e promuovere la cittadinanza e i valori europei e la democrazia.
Attraverso l’educazione non formale, i ragazzi potranno acquisire competenze trasversali come il funzionamento dei media e l’espressione creativa attraverso la narrazione di storie in forma scritta e visuale (film).

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Boomerang – inclusion through active participation

Seminario a Varsavia (23-27 Aprile 2019)

Il corso di formazione “Boomerang -inclusion through active participation”, che si sta svolgendo in questi giorni a Varsavia (Polonia), è dedicato al tema dell’inclusione sociale dei giovani con problemi di disabilità o di salute, per coinvolgerli attivamente in progetti di scambio giovanile.
Lo scopo è offrire ai professionisti che lavorano con i giovani con bisogni speciali (disabilità, problemi di salute) l’opportunità di esplorare i progetti di Scambio giovanile come strumento per potenziare e sostenere la partecipazione attiva di questi giovani. Il seminario è inoltre l’occasione per trovare nuovi partner e incontrare vecchie conoscenze, per sviluppare nuovi progetti nell’ambito del programma Erasmus +.

Per noi di Eutopia è presente ALCESTE AUBERT (nella foto), operatore sociale e project manager Erasmus+, che insieme ad altri animatori giovanili provenienti da Turchia, Polonia, Regno Unito, Slovenia, Spagna, Grecia, Danimarca, Serbia, Islanda e Macedonia, sta progettando nuove attività per coinvolgere i giovani con disabilità.

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WE NEED TO TALK

Scambio Giovanile a Velenje (Slovenia) – 10 – 21 Giugno 2019

Quando

Dal 10 al 21 Giugno 2019 (giorni di viaggio: 10 e 21).

Cosa

Durante lo Scambio, le attività previste sono:
discussione aperta su questioni sociali come molestie, abusi, bullismo, stereotipi, immigrazione, altri traumi;
workshop con professionisti (psicologi, operatori sanitari, operatori di associazioni e organizzazioni);
– conoscere il progetto “Živa knjižnica” (un metodo innovativo di dialogo attivo con la metodologia living libraries);
– creazione di uno spettacolo teatrale (in collaborazione con il teatro locale).

Dove

Ostello della gioventù di Velenje, che è gestito dal partner ospitante.

Chi

Ragazzi e ragazze tra i 18 e i 29 anni, con voglia di mettersi in gioco, conoscersi meglio e conoscere le storie di altri ragazzi Europei.

Regole d’ingaggio

Vitto e alloggio saranno offerti dall’Associazione ospitante (Youth Center Velenje). Ci siamo stati… l’ostello che gestiscono è molto bello e in Slovenia si mangia bene 😉
Per il trasporto, da progetto saranno rimborsati 180€ a partecipante. Per esperienza, il modo migliore di arrivare in Slovenia è Flixbus fino a Lubljana, e poi da lì muoversi con i trasporti locali.

Infopack

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Call for applicants: scambio di buone pratiche a Alba Iulia, Romania

Nell’ambito del nostro Progetto Europeo VIP (Violence, Important Problem) cerchiamo persone interessatie a partecipare a una mobilità ad Alba Iulia (Romania), per uno Scambio di buone pratiche sulla violenza di genere.

Lo scambio si svolgerà dal 26 al 31 Maggio 2019.

Regole d’ingaggio:

  • Esperienza o interesse sul tema della violenza di genere;
  • Nessun limite di età (il progetto riguarda l’educazione degli adulti);
  • Spese di trasporto, vitto e alloggio pagate da EUTOPIA;
  • Buon livello d’inglese, necessario a preparare le brevi presentazioni da discutere con i Partner Internazionali durante la mobilità.

POTETE CANDIDARVI QUI.

Per informazioni scriveteci a: info@associazioneeutopia.org

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Seconda Newsletter VIP

Giunti al secondo anno di VIP, abbiamo pubblicato la nostra Seconda Newsletter con le attività di progetto, dedicate allo scambio di buone pratiche sulla violenza e, in particolare, sull’hate speech.

La potete scaricare qui.

A breve apriremo una Call per l’ultima mobilità del Progetto, che si svolgerà ad Alba Iulia, in Romania, a Maggio 2019.

Buon scaricamento!

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Notizie dalla Polonia – ALL INCLUDED, Contact Making Event

Alceste Aubert, membro di Eutopia e Assistente Sociale, ha condiviso la propria esperienza sulla clownterapia e pet therapy durante il Contact Making Event “ALL INCLUDED”, in Polonia.

L’idea di ALL INCLUDED – che si svolgerà dal 12 al 20 Gennaio 2019 a Sepolno Krajenskie, è di riunire 24 persone (insegnanti, assistenti sociali, operatori giovanili) da Italia, Portogallo, Lettonia, Croazia, Lituania, Romania, Grecia, Polonia, che lavorano con i giovani con disabilità e desidero incontrare altri colleghi per sviluppare un progetto YOUTH EXCHANGE (YE) nell’ambito di Erasmus +: programma Youth in Action per i loro giovani.

Sebbene i giovani con bisogni speciali – quindi anche disabili – siano uno dei gruppi target prioritari per gli scambi giovanili, in pratica osserviamo che ci sono pochissime organizzazioni che sanno come coinvolgere i giovani con disabilità nei progetti. Partecipare a questo tipo di Progetti ERASMUS+ (CME) può darti la possibilità di ospitare un gruppo internazionale nella tua comunità o offrire ai giovani della tua comunità la possibilità di partecipare allo scambio in qualche altro paese.

Queste esperienze Europee vanno riportate sul territorio… ed è esattamente quello che il nostro Alceste farà al suo rientro!

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