Disuguaglianza generazionale
Perché le disuguaglianze generazionali
Signori, in epoca di marketing entrato, a tutti i livelli (anche quello politico) in logica “pull”, le parole d’ordine sono profilare e segmentare.
Volete avere più chiaro perché i giovani non contano un cazzo in questo Paese, in nessun campo? Andate a guardarvi i dati ISTAT: la bilancia demografica, da decenni a questa parte, pende più verso la morte che verso la nascita.
In soldoni, l’Italia è un paese vecchio, non solo negli atteggiamenti e negli ideali, ma nella popolazione. Un Paese atterrito dai cambiamenti in atto, che sono tanti e hanno investito ogni aspetto del quotidiano: globalizzazione e rivoluzione digitale, arrivate a braccetto nel corso degli anni ’90, hanno ribaltato il “piccolo mondo antico” delle generazioni del Dopoguerra, abituate a mangiarsi il futuro e rimaste senza più futuro da mangiare.
Nel resto d’Europa e del Mondo, nei modi più vari e con differenti gradi di successo, si sta provando a riequilibrare la bilancia, ad adeguarsi al futuro che è già oggi, ad orientarsi verso un modo di vivere e lavorare che sia sostenibile. In Italia no.
In Italia si continua a far finta che il momento per cambiare rotta sia domani. In Italia si continua a colpevolizzare i figli per le colpe dei padri, perché i padri sono più dei figli e quindi portano più voti. In Italia si continua a far finta non capire.
In Italia i vecchi continuano a mangiarsi il futuro di chi oggi è giovane, e soprattutto di chi lo sarà domani.
Piccola biblioteca per approfondire
Le disuguaglianze generazionali sono un argomento tabù in Italia. Domandiamoci perché.
Ai politici fanno perdere consensi, dunque non ne parlano e, ciò che è peggio, non legiferano tenendone conto.
Alle Organizzazioni no profit, con qualche rarissima eccezione, non interessano perché, come le profit, sono gestite principalmente da over 50 che non amano sentirsi chiamati in causa, dunque non esistono progetti sul tema.
Peccato: data l’urgenza del problema, sarebbe necessario OGGI riformare le politiche e attivare sperimentazioni (progetti) per ridurre le disuguaglianze generazionali.
A noi di Eutopia, nel frattempo, non rimane che studiare, leggere i dati e iniziare a fare un po’ di pressione su entrambi i gruppi d’interesse (Politica e No Profit), perché si attivino. Non è facile, visto che siamo (quasi) soli.
Di seguito vi proponiamo un po’ di letture per approfondire:
- Che fine ha fatto il futuro? di Marina Mastroperro (2019 – Ediesse)
- Il divario generazionale. Un patto per l’occupazione dei giovani (2018 – Fondazione “Bruno Visentini”)
- Il divario generazionale tra conflitti e solidarietà (2017 – Fondazione “Bruno Visentini”)
- Divario generazionale. Il senso della dismisura (2016 – Fondazione “Bruno Visentini”)
Le nostre attività
Indagine sugli Europrogettisti
Un Report, basato su indagine statistica quantitativa, progettato, implementato e pubblicato da EUTOPIA per documentare la preparazione, le condizioni di lavoro, la soddisfazione e le opinioni degli Europrogettisti Italiani.
Lo sguardo generazionale ai dati, sempre presente in tutte le sezioni, testimonia fedelmente, anche nell’ambito della Progettazione sui fondi Europei, le disparità di trattamento tra vecchi e nuovi lavoratori, tra diritto acquisito e diritto negato.
Articoli correlati
-
Togliere diritti agli anziani non aggiunge diritti ai giovani
Leggiamo qui un post dal blog di Beppe Grillo che affronta una tematica che, come sapete, ci sta molto a cuore: la disuguaglianza generazionale. Il…
-
A lezione dai famigerati quattro
Siamo stati a Milano per “Liberi, oltre le illusioni”: ve lo raccontiamo C’è stato chi, su Twitter, li ha definiti “economo-haters” e si è beccato…
-
Cosa vogliono venderti con i discorsi d’odio?
Facebook, lo sappiamo, in Italia è il veicolo principale su cui viaggiano tutti i tipi di messaggi politici retrogradi. I discorsi d’odio, certo, ma anche…